Agricoltura: aumenta l’uso dei fertilizzanti e dei pesticidi. L’innovazione è la chiave di svolta.

Nel 2018, la produzione agricola mondiale ha utilizzato oltre 200 milioni di tonnellate di fertilizzanti di sintesi (con un incremento del 2,5% rispetto al 2017) e oltre 2 milioni di tonnellate di pesticidi (con un incremento di circa l’1% rispetto al 2017) (fonte FAO, 2018). Per arginare tale incremento negativo la soluzione più immediata sembra essere solo una: produrre Innovazione.

Le aziende agricole dovrebbero investire maggiormente sull’innovazione tecnologica in modo da limitare tale fenomeno.

L’innovazione in questo senso potrebbe essere attivata attraverso l’utilizzo di cosiddette serre high-tech, una tipologia di coltura protetta che ad oggi rappresenta però l’opzione più costosa in termini di capitale, costi di gestione e consumo di energia.

La produzione attraverso la coltura protetta si sta espandendo notevolmente in alcuni Paesi del mondo tra cui l’Italia, la Francia e la Grecia.

Ma cosa si intende per colture protette?

Esse rappresentano tutte quelle forme di coltivazione che fanno ricorso a mezzi che proteggono le colture da fattori climatici avversi e che potrebbero pregiudicarne il ciclo produttivo.

Le principali colture coltivate sono pomodoro e cetriolo che coprono quasi il 70% dell’area coltivata.

L’utilizzo di colture protette con serre high-tech potrebbe introdurre il concetto di “Economia Circolare” con cui si limiterebbero i consumi di pesticidi, fertilizzanti e la produzione di rifiuti.

Essa rappresenta una svolta, un modello di sviluppo in grado di instaurare un nuovo tipo di relazione tra produzione e consumo, basato sul ciclo di vita dei prodotti e incentrato sul recupero di ogni singola e preziosa materia prima.

La svolta per un futuro più sostenibile? Applicare l’economia circolare.

L’economia circolare punta quindi sull’utilizzo di fonti energetiche di tipo rinnovabile e mira a minimizzare, tracciare ed eliminare l'uso di sostanze dannose per l'ambiente, a ridurre quanto più possibile la produzione di rifiuti e di sprechi.

In tal senso, applicata all’interno delle colture protette si potrebbe considerare l’orticoltura protetta parzialmente circolare adottata per quanto riguarda il riutilizzo di acqua e delle sostanze nutritive. Ma anche le piante potrebbero avere la possibilità di crescere in sistemi chiusi in cui l’acqua e le sostanze nutritive vengono rimesse in circolo e riutilizzate.

Ad oggi però le serre low-tech rappresentano ancora la tipologia più diffusa ed, in gran parte, non sono circolari in quanto non presentano sistemi di ottimizzazione dei flussi di nutrienti e non hanno un alto tasso di riciclo.

Ma attualmente, il grado di circolarità dei mezzi tecnici utilizzati per la produzione e la post-produzione (ad esempio substrato, plastica, biomassa vegetale) è molto bassa sia nelle serre ad alta che a bassa tecnologia.

Proprio per tali ragioni l’innovazione resta la strada migliore da perseguire, su cui però bisogna costantemente investire.

Feger S.p.A in tal senso è alla costante ricerca di innovazione e mira a perfezionare la sua produzione per un futuro sempre più sostenibile.