Pomodoro da industria: al via il progetto per migliorarne la resa agronomica.

L'Oi Bacino Centro-Sud e Anicav hanno selezionato dieci cultivar di pomodoro per valutarne l’idoneità alla trasformazione industriale. La resa agronomica ed industriale sono l'obiettivo principale della sperimentazione.

L’Organizzazione Pomodoro da industria bacino Centro Sud, operante nella circoscrizione economica costituita dai territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria , in collaborazione con Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali (Anicav), sta portando avanti un importante progetto di ricerca finalizzato a valutare l’idoneità alla trasformazione industriale di alcune cultivar di pomodoro per la produzione di conserve con materia prima proveniente dal bacino Centro-Sud.

Il progetto ha previsto la messa a coltura, in alcuni campi pugliesi appositamente selezionati, di piantine di pomodoro di 10 diverse varietà, ciascuna con le sue proprie caratteristiche.

Nel corso di settembre la materia prima verrà sottoposta a trasformazione presso l’impianto pilota della Stazione sperimentale per l’industria conserviera alimentare di Angri (Salerno), dove una squadra di tecnici dell’industria alimentare provvederà ad effettuare una valutazione delle caratteristiche sensoriali dei derivati ottenuti, in modo da poter prontamente rispondere al sempre più elevato interesse dei consumatori e dell’industria verso il recupero dei tipici caratteri organolettici del pomodoro trasformato quali il profumo e il gusto.

La resa agronomica e la resa industriale saranno quindi l’obiettivo centrale del progetto in cui lo stato vegetativo e fitosanitario delle colture è costantemente monitorato.

Guglielmo Vaccaro, presidente dell’Oi Bacino Centro-Sud, ha però dichiarato che:

Il clima piovoso di maggio ha posticipato trapianti e raccolta e le condizioni climatiche non favorevoli registratesi nel mese di luglio stanno incidendo in maniera significativa sulle rese. Tutto questo comporterà, quindi, la necessità di un’importante raccolta a settembre con tutti i rischi climatici legati a tale mese.

Le avverse condizioni metereologiche potrebbero quindi essere deleterie per la buona riuscita del progetto, la cui realizzazione potrebbe produrre una notevole svolta in uno dei comparti più importanti delle filiere dell’agroalimentare italiano.